Consob, come investono gli italiani tra digitale e sostenibilità

Il Report Consob mostra una bassa partecipazione delle famiglie agli investimenti, ma digitale e sostenibilità aumenteranno l’interesse.

Dopo aver analizzato le abitudini degli italiani nella gestione del denaro, tra budget, pianificazione e risparmio, è il momento di scoprire quali scelte d’investimento hanno adottato le famiglie nel 2022. Ce ne parla Consob.

Il digitale facilita la gestione del denaro

Secondo il Rapporto di Consob, il 29% degli investitori italiani usa servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia: gli scopi principali sono online banking, servizi di assicurazione e raccolta di informazioni legate al mondo della finanza.

Il 46% degli intervistati afferma di utilizzare strumenti digitali nella gestione quotidiana delle finanze personali, soprattutto per attività di monitoraggio.

Tuttavia, non tutti sono ancora particolarmente familiari con strumenti e servizi finanziari digitalizzati: il 45% degli intervistati afferma di conoscere le criptovalute, il 23% il crowdfunding, il 18% il robo advice. Solo il 26% del campione afferma di volerne sapere di più sul trading online. Un’interesse che scaturisce principalmente dalla possibilità di investire piccole somme, diversificare e spendere poco.

Gli italiani investono in modo inefficiente

Il Report di Consob si sofferma ad analizzare chi afferma di essere investitore. Circa il 40% degli investitori italiani partecipa ai mercati finanziari da più di 10 anni, mentre il 23% dichiara di esservi entrato per la prima volta tra il 2020 e il 2022.

La maggior parte delle persone preferisce impiegare i propri risparmi per un orizzonte temporale medio-breve: 5 anni o meno nel 67% dei casi.

Analizzando i motivi per cui investono gli italiani, scopriamo che lo scopo principale è la protezione dall’inflazione (39%), seguita dalla crescita del capitale (27%).

Gli strumenti finanziari più scelti dagli italiani, dopo i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali, sono i fondi comuni di investimento indicati dal 29% degli intervistati (+4% rispetto al 2021), seguiti dai titoli di Stato (-6 punti rispetto al 2021). I fondi sono scelti principalmente da chi ha una buona esperienza sui mercati e alti livelli di conoscenze finanziarie, per detenere l’investimento per 5 anni o più e per proteggere il capitale.

Il livello di diversificazione dei portafogli è basso, dato che l’81% degli intervistati detiene al massimo due prodotti finanziari. La diversificazione migliore tra gli individui più abbienti e con conoscenze finanziarie più elevate.

Amici e parenti influiscono sulle scelte finanziarie

Sulle scelte d’investimento incide fortemente il giudizio di amici e parenti (45% dei casi, con un +8% rispetto al 2021), mentre i principali fattori che dissuadono dal rivolgersi a esperti sono l’avere piccole somme e gli alti costi. Chi però si affida a consulenti detiene portafogli più diversificati, più fondi comuni e meno depositi bancari o postali.

Le informazioni utili per prendere decisioni finanziarie vengono reperite principalmente dalla propria banca, da documenti informativi, da media specializzati o amici e parenti.

 

Tutte queste caratteristiche sono state aggregate per definire un indicatore sintetico sull’attitudine all’investimento che per il 2022 assume un valore medio di 4,7 (su una scala da 0 a 10), in peggioramento rispetto al 2021 (era 5,5). L’indicatore migliora tra le donne, chi dispone di maggiore ricchezza finanziaria, livelli di istruzione più alti e tra chi segue buone abitudini di gestione finanziaria.

 

Pochi italiani investono in sostenibilità, ma l’interesse c’è

Non sono molti gli italiani che comprendono come la finanza può essere sostenibile: le risposte corrette al questionario sono in media del 29%, percentuale che scende al 25% quando vengono poste domande sui fattori ESG. Per raccogliere informazioni a riguardo, oltre all’intermediario, ci si affida ai media generalisti o di settore.

Tuttavia, circa il 41% del campione mostra un interesse verso gli investimenti ESG (in calo di 6 punti percentuali rispetto al 2021), ma se comparati a investimenti alternativi, solo il 15% del campione esprime interesse incondizionato: il 29% è interessato solo a parità di rischio e rendimento, il 19% solo per maggiori guadagni.

L’interesse è più diffuso tra le donne, gli investitori più abbienti e quelli con conoscenze finanziarie più elevate, mentre diminuisce tra gli anziani.

In generale, la sostenibilità è un fattore rilevante insieme agli altri aspetti finanziari per il 62% degli intervistati (59% nel 2021), percentuale che sale al 75% tra chi ha più conoscenze. Nello specifico, si registra una maggiore sensibilità verso i fattori ambientali (36%) e sociali (34%). Sono poi preferiti quelli strumenti che promuovono uno o più obiettivi ESG (43%) rispetto a quelli che escludono a priori specifiche attività (28%).

Andando ad analizzare nel concreto quante persone detengano investimenti ESG, scopriamo che sono solo l’11% degli intervistati. Tra i principali deterrenti troviamo la mancanza di conoscenze, seguita dalla percezione di rischio elevato e basse performance.

Tuttavia, nel giro di due anni il 57% si dichiara propenso a investire in prodotti ESG.

In generale, si riscontra che chi mostra un maggiore interesse o propensione a investire in strumenti sostenibili detiene livelli più alti di educazione finanziaria e stabilità economica.

 

Hai perso la prima parte del Report Consob sulle abitudini di risparmio e i livelli di educazione finanziaria? Clicca qui

Per il Report Consob 2021, clicca qui.

 

Nota: i dati e le immagini nell’articolo sono tratte dal “Rapporto 2022 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane” redatto da CONSOB e consultabile cliccando qui.