Le criptovalute sono il futuro degli investimenti? Risponde Consob

By redazione Gimme5

Le criptovalute sono ormai sulla bocca di tutti. L’innovazione tecnologica e l’ondata di novità in un settore, quello della finanza, poco incline al cambiamento, hanno reso le monete virtuali il fenomeno del momento. Basta pesare a quante volte nell’arco del 2021 si è parlato ad esempio di Bitcoin e Dogecoin, per citarne alcune.

Ma fino a che punto questi nuovi strumenti possono rappresentare il futuro della moneta e che rischi possono portare?

Ne è stata fatta un’analisi esaustiva in occasione della presentazione da parte di Paolo Savona, Presidente della Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), della relazione annuale dell’Authority italiana. Un appuntamento tenutosi in un momento più che particolare per l’economia mondiale e, nello specifico, per l’Italia, tra campagna vaccinale, ripresa economica, un crescente debito pubblico e l’ombra dell’inflazione all’orizzonte. Ecco quindi le evidenze più interessanti della relazione.

Cresce la capacità di risparmio degli italiani

Sebbene il 2020 sia stato uno degli anni peggiori per il Paese dalla Seconda Guerra Mondiale, grazie alle tempestive misure economiche prese dall’Unione Europea e dall’Italia, dopo la caduta del PIL l’economia si è diretta verso la ripresa.

Tra i risultati più interessanti della relazione per quanto riguarda la situazione finanziaria degli italiani, emerge come la capacità di risparmio delle famiglie nel corso dallo scoppio della pandemia sia cresciuta del 50%.

Tuttavia, questa variazione positiva non è stata accompagnata da una crescita dei rendimenti di questi risparmi che, invece, sono stati prossimi allo zero. Un dato preoccupante se si considera che se ci fosse stata la capacità di mettere a reddito quel risparmio, anche con una remunerazione di un semplice punto percentuale, gli italiani avrebbero potuto guadagnare 30 miliardi, un valore vicino al 2% del PIL italiano.

Il risparmio è proprio ciò che la Consob si impegna di tutelare ma che è minacciato, secondo il Presidente, dall’ombra delle criptovalute.

Bitcoin: una minaccia simile al 2008

Risparmio ed esportazioni si sono confermati come i due pilastri della forza sociale ed economica del Paese. Di fronte a queste ingenti masse di capitale, la tutela del risparmio è un imperativo per istituzioni come la Consob che, però, richiede un constante aggiornamento difronte alle innovazioni tecnologiche che riguardano il settore finanziario.

La diffusione delle criptovalute è infatti un fiume in piena che sta travolgendo il settore finanziario e recluta i tanti adepti, attratti dall’idea di possibili guadagni facili e incentivati dalla maggiore disponibilità di risparmio rispetto agli anni precedenti ma che, a volte, ignorano alcuni meccanismi degli investimenti o delle monete virtuali.

Secondo Savona, si tratta di una reale minaccia per i mercati internazionali, tanto da paragonare l’effetto speculativo che sta coinvolgendo i Bitcoin e le altre criptovalute più in generale, agli eventi che hanno avuto luogo prima del 2008 con i mutui subprime e che hanno innescato una delle crisi finanziarie più importanti degli ultimi secoli. Con le dovute distinzioni, Savona sostiene che sia prevedibile che si stia sviluppando qualcosa di analogo nel mercato dei prodotti monetari e finanziari virtuali (soprattutto criptati). Esemplificativo è il fatto che con un solo Bitcoin, in un certo arco temporale del 2021, è stato possibile acquistare un’auto elettrica di lusso (riferendosi alla Tesla), ma dopo poco tempo il potere d’acquisto della moneta è calato della metà.

Il Presidente paragona l’informatica finanziaria a una lampada prodigiosa dalla quale è uscito un genio e che le autorità non riescono più a riportare dentro, in quanto esso è in grado di operare in una sfera immateriale che è controllabile solamente attraverso il cambiamento del protocollo di scambio delle informazioni (in altre parole, frammentando l’unità del mercato mondiale e riducendo così la competitività internazionale).

In che modo si potrebbe agire?

Per il Presidente della Consob gli avvertimenti rivolti agli investitori sui rischi delle criptovalute non sono più sufficienti. L’intercambiabilità di questi strumenti tra di loro e con strumenti tradizionali richiedono un’urgente regolamentazione in quanto, senza norme ed enti adeguati, ne va a scapito la trasparenza del mercato e, quindi, la legalità e le scelte razionali degli operatori. Basta pensare alle attività criminali più comuni, come l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco, che vengono facilitate da questa opacità. Misure richieste, quindi, non solo dalle autorità di vigilanza ma, secondo Savona, dagli stessi operatori di mercato che riconoscono le incertezze decisionali.

Come può un’autorità di vigilanza intervenire per garantire maggiori tutele ai consumatori? Secondo Savona, gli strumenti tradizionali utilizzati attualmente non sono più sufficienti ma è necessario che vengano utilizzati i vantaggi offerti dalle tecnologie digitali al fine di cooperare a livello internazionale per trovare una soluzione.

Non manca poi la visione di una criptovaluta europea, un euro digitale che, a differenza del Bitcoin, essendo emesso da una banca centrale potrebbe avere anche corso legale. La BCE ha infatti proposto la creazione di una CBDC (Central Bank Digital Currency) e la Commissione europea ha avanzato una Strategia per la finanza digitale, sottoponendola all’esame del Parlamento. Alcuni esperimenti a livello nazionale sono già stati condotti in Francia e Germania.

I Bitcoin e le criptovalute: un altro punto di vista

È ormai innegabile che la proliferazione dell’innovazione digitale sia permeata anche nella finanza. In particolare, al momento vi sono tre trend che stanno rivoluzionando il settore:

  • le piattaforme tech che stanno entrando con forza nel mondo dei pagamenti e delle banche;
  • i governi che stanno provando a lanciare CBDC (Central Bank Digital Currencies), vale a dire valute digitali emesse dalle banche centrali;
  • il DeFi o Finanza Decentralizzata che rappresenta una strada alternativa, in quanto non vuole accentrare il potere ma espanderlo, sostituendo i classici intermediari. Questo è reso possibile grazie ad ampi network di computer, le blockchain, che non hanno bisogno di un’autorità centrale e che garantiscono un elevata fiducia (nella finanza tradizionale questa richiedeva enormi infrastrutture).

Concentrandoci su quest’ultimo trend, la promessa del DeFi è quella di portare a una versione migliore della finanza: un sistema più veloce, economico, trasparente e meno dipendente da organi centralizzati. L’esempio più noto è quello del Bitcoin, nato nel 2009 con l’obiettivo di consentire transazioni P2P (peer-to-peer) in forma decentralizzata. Ma la tecnologia si è evoluta e il Bitcoin viene sempre più visto come una forma di investimento speculativa e come principale futuro antagonista delle valute fiat, almeno nel mondo digitale.

La proliferazione della finanza decentralizzata è da prendere in seria considerazione: in un momento in cui le persone vivono buona parte della loro vita online, le criptovalute possono rivedere la struttura dell’economia digitale. Il DeFi sta infatti crescendo a ritmi accelerati: la blockchain di Ethereum, ha raggiunto transazioni del valore di $2.5 trilioni nel secondo trimestre 2021, praticamente come Visa.

Secondo Savona, come abbiamo potuto leggere nella prima parte di questo articolo, vi sono varie lacune legate al DeFi, tuttavia, è possibile vedere la finanza decentralizzata anche sotto un’altra luce. Questa rivoluzione, se riuscirà ad andare oltre la speculazione e si posizionerà a cavallo tra una tecnologia di rottura e la finanza tradizionale, può portare a una vera revisione del sistema, in cui piattaforme tech, governi e DeFi competeranno tra loro. Si tratta di una rivoluzione assimilabile all’avvento di internet negli anni ’90 e, come in quel caso, nessuno può dire di preciso dove ci condurrà in futuro ma è plausibile che causerà una trasformazione di come la moneta e il mondo digitale operano attualmente.

Come possono orientarsi i risparmiatori?

In un articolo precedente abbiamo parlato di cosa sono i Bitcoin nello specifico e in che modo differiscono da un investimento con il salvadanaio digitale Gimme5.

Quello che tutti devono sempre tenere a mente quando si ha a che fare con gli investimenti è il principio della diversificazione, ovvero, la regola di non bisogna mettere tutte le uova nello stesso paniere ma, appunto, adottare diversi strumenti finanziari per ridurre i rischi, tipici del mondo della finanza.

Inoltre, prima di utilizzare un qualsiasi strumento finanziario è necessario informarsi sui vantaggi ma anche sui rischi specifici che questo può portare – un compito meno arduo se si considerano strumenti limpidi come i fondi comuni – prendendo poi decisioni consapevoli e in linea con le proprie esigenze.

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