17 Gen 2024
By redazione Gimme5
Oltre ad essere stata la protagonista indiscussa delle prime pagine dei giornali, nel 2023 l’inflazione ha giocato un ruolo importante sul panorama nazionale e, allo stesso tempo, sul risparmio degli italiani che hanno dovuto fare i conti con prezzi sempre più alle stelle.
A dimostrarlo sono alcuni dati raccolti da Gimme5 attraverso un sondaggio condotto in forma anonima grazie alla collaborazione degli utenti. Attraverso una serie di domande, l’obiettivo è stato quello di indagare l’attitudine verso la gestione delle spese e il risparmio nell’anno appena concluso.
La stragrande maggioranza degli intervistati afferma di essere moderato nelle proprie spese (70%), mentre solo il 23% si considera parsimonioso. In questo modo si definiscono in particolare le donne – 24% contro il 21% degli uomini – e i Late Millennials. All’estremo opposto i GenZ (solo 8% di parsimoniosi) sono i più inclini a spendere, forse perché meno gravati da obblighi familiari o con stipendi più risicati.
Le destinazioni principali delle risorse economiche delle famiglie sono i generi alimentari (56,6%), seguiti dalla casa (48,4%). Con largo distacco troviamo lo svago (20,5%), i trasporti (15,5%), lo shopping (13,6%), e le spese dedicate alla famiglia (9,7%).
Per quando riguarda le modalità di gestione delle finanze personali, i dati mostrano una situazione tutt’altro che rosea: oltre la metà degli intervistati (51,4%) non adotta un budget mensile per monitorare le spese e impiega meno di 30 minuti a settimana per controllare entrate e uscite (55%).
Per svolgere questa importante attività, prevale l’utilizzo di funzioni dedicate sul conto corrente (42,6%), seguite dall’uso di fogli di calcolo o programmi informatici (28,7%), app dedicate (22,5%) e, in misura minore ma non irrilevante, addirittura carta e penna (6,2%).
Sembra non esserci neanche un particolare interesse a farsi assistere in questa attività: il 20,2% non vuole ricevere consigli personalizzati, il 43,8% non vuole ricevere notifiche quando supera certe soglie di spesa. C’è però un 24% che vorrebbe ricevere consigli di spesa attraverso app o siti dedicati.
Dopo esserci dedicati alle spese, è il momento di valutare ciò che avanza da queste uscite, ovvero, il risparmio.
Fa ben sperare che la stragrande maggioranza degli intervistati consideri il risparmio fondamentale (79%).
Ma, nella pratica, quanto si risparmia? La percentuale non è alta: solo il 54% dice di riuscire a risparmiare con costanza. A fare più fatica sono i GenZ (42% contro il 62% dei Millennials) e le donne (32% contro 57% degli uomini), le più penalizzate da gender gap e discontinuità lavorativa. Il 46% del campione risparmia solo saltuariamente: il 26% se necessario, il 20% raramente o mai.
Tra le principali cause che ostacolano il risparmio, troviamo in primis l’inflazione (50,8%), seguita dalle emergenze finanziarie impreviste (34,1%), dalla mancanza di disponibilità economica (31,4%), dal mancato controllo delle spese (21,3%) e, infine, dagli impulsi d’acquisto (16,3%).
Fa ben sperare il fatto che la maggior parte degli intervistati “paga prima sé stesso”, ovvero, risparmia non appena riceve lo stipendio (38,4%) e lo fa con regolarità ogni settimana (30,6%). In buona parte accantona in modo intelligente: il 51% usa uno strumento smart come il salvadanaio digitale Gimme5, il 18% in un conto dedicato, separato da quello usato per le spese.
Rimane però una grossa fetta (30,6%) che risparmia a fine mese, solo dopo aver sostenuto le altre spese e, quindi, con il rischio che non avanzi niente. Inoltre, sono ancora molti quelli che accantonano i risparmi sullo stesso conto che usano per le spese (25%), con il rischio che questi fondi vengano spesi, o in un salvadanaio tradizionale (6%).
Interrogati su cosa farebbero se guadagnassero il doppio dei soldi, il 70% afferma che risparmierebbe di più, il 21% non varierebbe la percentuale di risparmio, il 9% sarebbe più spendaccione.
Sebbene buona parte del campione affermi di possedere buone conoscenze legate alle modalità di risparmio (59%) o addirittura ottime (33%), i risultati evidenziano come nella pratica vi sia una gestione inefficiente delle risorse economiche. La bassa educazione finanziaria ne è sicuramente una causa.
Si denota, infatti, come la finanza personale sia ancora tabù: a scuola ne ha parlato solo il 2,3% degli intervistati, con amici il 31,9% e a lavoro poco più di uno su tre (36%). Rimane quindi un tema da tenere nelle mura domestiche (65%) o da discutere solo con il partner (28%).
Per il 40% dei rispondenti, l’utilizzo di Gimme5 è stato fondamentale per la gestione del denaro nel 2023.
La funzione “Obiettivi“, che permette di definire traguardi concreti, è stata determinante per accantonare una quota delle entrate per il 37% degli intervistati.
Al contempo, la possibilità di attivare automatismi di risparmio, hanno aiutato il 42% degli intervistati.
In sintesi, una conferma di quanto gli strumenti smart di finanza personale possano offrire un importante supporto alla gestione delle spese e alla sistematicità del risparmio, oltre che all’educazione finanziaria.
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