06 Mar 2021
By redazione Gimme5
Quando si raggiunge l’età più comune per “mettere su famiglia”, sempre più giovani non si chiedono se effettivamente vogliono avere un figlio, ma se possono permetterselo.
Alimentazione, abbigliamento, salute ed educazione sono solo alcuni dei costi che un genitore deve sostenere per i propri figli, senza contare sport, vacanze e regali. A queste dopo i 18 anni si aggiungono l’università, e possibilmente un aiuto per l’affitto e il matrimonio. Insomma, non c’è da meravigliarsi se nelle economie avanzate l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno diffuso: la quotidianità frenetica, il sempre maggiore costo della vita e l’incertezza economica, non incoraggiano di certo i Millennials a prendere una decisione così importante.
Definire con precisione quanto effettivamente costi crescere un figlio, però, non è un calcolo immediato, dato che ciò dipende da tanti fattori, tra cui l’inflazione che causa una variazione continua dell’andamento dei prezzi. Proviamo però a farci un’idea di quanto effettivamente bisognerebbe avere nel salvadanaio, per poter eventualmente prendere delle adeguate decisioni di risparmio nel presente.
Per farci un’idea, possiamo considerare l’ultimo osservatorio di Federconsumatori, l’associazione italiana senza scopo di lucro che informa e tutela i consumatori. L’indagine analizza i vari costi che è necessario sostenere per mantenere un figlio fino ai suoi 18 anni. Tra le spese considerate, per importanza, figurano in primis i costi di abitazione, seguiti da alimentazione, trasporti e comunicazioni, abbigliamento, salute ed educazione. Per un figlio di 16 anni, in una famiglia con un reddito netto annuo di 34.000€, tutto questo determina una spesa mensile di 962,58€ (11.551€ all’anno). Entrando più nel dettaglio dei costi, emerge che:
Dall’indagine emerge poi che la spesa totale per mantenere un figlio dalla nascita fino ai 18 anni, per una famiglia bi-genitore con un reddito netto annuo di 34.000€, ammonta a 173.560€ (con un incremento del +2,3% rispetto al 2015). Questa spesa, poi, varia sostanzialmente in base al reddito della famiglia: va da un minimo di 117.400€ per una famiglia con un reddito di 22.500€, fino a 288.600€ per quelle famiglie con un reddito che supera i 70.000€.
Se oltre a considerare questi costi elevati, si tiene conto della situazione di forte squilibrio tra l’andamento della spesa delle famiglie e la crescita insufficiente dei redditi (in particolare per quelli medio-bassi), sembra che fare un figlio rischi di diventare sempre più un lusso che solo pochi possono permettersi.
Questa ipotesi è facilmente riscontrabile, come anticipavamo poco fa, nell’andamento del tasso di natalità delle economie avanzate. Secondo i dati ISTAT (Istituto nazionale di statistica), infatti, in Italia nel 2019 si è toccato un nuovo record di denatalità: nel 2019 i nati erano 420.084, quasi 20 mila in meno rispetto all’anno precedente e oltre 156 mila in meno rispetto al 2008 (-27%). Risulta che si tende a fare meno figli e in età sempre più avanzata: diminuisce il numero medio di figli per donna, toccando il minimo di 1,27 per il complesso delle donne residenti in Italia (era 1,29 nel 2018 e 1,46 nel 2010), mentre l’età media al parto arriva a 32,1 anni (2 anni in più rispetto al 1995).
Questo quadro non ha lo scopo di demoralizzare le giovani coppie o scongiurare qualsiasi tipo di progetto futuro. Anzi, ha proprio il fine opposto, ovvero quello di prepararsi a giocare d’anticipo.
Questo perché tipicamente quando l’orizzonte temporale è molto ampio, le nostre valutazioni e preferenze possono subire notevoli alterazioni. Ad esempio, si tende a vedere le spese future come qualcosa di astratto e per questo può venire naturale rimandare una decisione, come il risparmio o l’investimento. Se, al contrario, si ha già un’idea di ciò di cui si potrebbe avere bisogno, si può provare a cambiare questa attitudine. Così, si è in grado di scongiurare l’ipotesi di sottovalutare le spese future che, data l’impossibilità di improvvisare, imporrebbe la rinuncia a un proprio progetto o desiderio.
In finanza, il tempo è il migliore alleato dell’investitore. Questo perché grazie alla forza dell’interesse composto, il denaro investito crea valore che a sua volta produce ulteriore ricchezza. Pertanto, se si inizia fin da subito a mettere da parte qualche piccola somma, senza dover rinunciare alle proprie prerogative nel presente, una piccola azione sarà in grado di ripagare nel lungo periodo.
Un modo innovativo e alla portata di tutti per iniziare a compiere questa azione meritevole è rappresentato da Gimme5. Grazie al salvadanaio digitale, a partire da 5 euro e senza alcun limite d’importo, è possibile iniziare a mettere da parte qualche somma per raggiungere un proprio obiettivo concreto, ad esempio, il gruzzoletto per i figli. Le somme accantonate vengono poi investite in fondi comuni di investimento, strumenti altamente diversificati e trasparenti.
Con Gimme5 è poi possibile definire in completa libertà le modalità del proprio risparmio. Ad esempio, con la regola del Joink Ricorrente, si può attivare un piano di accumulo dinamico (PAC), che consente di accantonare in automatico una determinata cifra con una cadenza completamente personalizzabile. Infine, raggiunto il proprio obiettivo, è sempre possibile continuare ad accumulare e investire il denaro, conquistando traguardi sempre più ambizioni.
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