23 Lug 2021
By redazione Gimme5
Sono la generazione dei giovanissimi, nati tra il 1995 e il 2010, connessi 24 ore su 24, nati con internet e i social media: si tratta di quella generazione che la stampa mondiale definisce Gen Z e che in Italia rappresenta il 15% dell’intera popolazione.
Secondo lo studio denominato “Engaging Gen Z” condotto da una nota agenzia di relazioni pubbliche (Ketchum, 2015), i giovani della Gen Z nel mondo sono circa due miliardi e hanno un forte potere di spesa: essi contribuiscono con circa 44 miliardi di dollari all’economia statunitense, influenzando la spesa delle famiglie per 600 miliardi di dollari. Una generazione destinata a diventare un’importante fetta di mercato: il 40 per cento dei consumatori negli Stati Uniti, in Europa e BRIC (Brasile, Russia, India, Cina). Nel report “Ok Zoomer: Gen Z primer” (2021), Bank of America stima che la potenza economica di questo target aumenterà di circa cinque volte entro il 2030 fino a raggiungere i 33 trilioni di dollari (pari a oltre 27,5 trilioni di euro) e che sempre entro i prossimi dieci anni sfiorerà il 27% del reddito globale, sorpassando la generazione precedente dei Millennilas (i nati tra il 1981 e il 1994).
Ad oggi, alcuni di questi giovani hanno da poco iniziato a lavorare mentre altri studiano ancora all’università o al liceo. Eppure, quando si tratta di gestire il denaro, sembrano non badare a spese. A dirlo è un recente Report pubblicato da Bloomberg, secondo il quale a seguito della pandemia, i giovani americani, hanno speso il 125% in più rispetto ai livelli pre-covid, nell’ormai lontano 2019. Secondo Steve Squeri, CEO di American Express, si tratta di una sorta di domanda repressa che non si esaurisce nella sola voglia di viaggiare, ma che tocca anche tutti i più semplici beni di consumo. Forse un modo per bilanciare anche tutti i risparmi che durante i lockdown erano stati messi da parte. Anche in Cina la Gen Z, che conta il 16% della popolazione totale, è poco propensa al risparmio: il consumo della moda e del lusso dei giovani cresce a un ritmo del 3,5%-4,5% all’anno (ricerca di Hylink digital solutions, 2021).
Alla luce di questi dati ci è sorto spontaneo chiederci se si trattasse di una situazione diffusa anche nel nostro Paese e, in particolare, tra gli utenti che utilizzano il salvadanaio digitale. Analizzando in forma completamente anonima il comportamento degli utenti appartenenti alla Gen Z rispetto ai Millennials (Gen Y), abbiamo portato alla luce alcuni interessanti spunti di riflessione.
Mentre tra chi atterra sull’app per la prima volta il numero di Millennials e di Gen Z è quasi identico (12% e 11% rispettivamente) tra gli effettivi utilizzatori questa proporzione si sbilancia: i primi diventano il 38% del totale, i secondi il 28%. Un dato che potrebbe suggerire la maggior propensione dei Millennials a risparmiare e investire. Un’ipotesi confermata anche dal patrimonio sull’app della Gen Z, che è più basso del 66% di quello della Gen Y: in altre parole se il patrimonio dei Millennials è 100, quello della Gen Z è 34. Tuttavia, in base a questi dati, non si può affermare con certezza che il divario dipenda dalle spese folli dei più giovani: la Gen Z ha anche meno disponibilità economiche, in quanto ha da poco iniziato a lavorare o studia ancora.
Analizzando poi il risparmio medio mensile si scopre che forse i più giovani stanno recuperando terreno: quello della Gen Z è più basso di solo il 25% rispetto alla Gen Y (in altri termini, fatto 100 il risparmio mensile dei Millennials, quello della Gen Z è 75).
Per quanto riguarda la propensione a disinvestire i risparmi (un possibile indicatore della spesa), emerge come i Millennials rimborsino il 5% in più della Gen Z e il 9% in più delle generazioni più adulte (nati fino al 1980). La Gen Z, invece, rimborsa solamente il 4% in più rispetto a nonni e genitori. Sembra quindi che in realtà siano i Millennials a spendere di più: hanno maggiori disponibilità economiche, il che gli permette di risparmiare di più, ma hanno anche più spese, probabilmente legate a esigenze più costose (come l’auto, la casa, i figli…).
Soffermandosi infine sugli obiettivi, emerge come i Millennials siano più propensi a fissare dei traguardi nel proprio percorso di risparmio e investimento rispetto alla Gen Z, e come questo si rifletta positivamente sulla loro capacità di raggiungerli: il 9% in più rispetto ai più giovani. Un’ulteriore prova dell’efficacia di questa strategia.
Ritornando al dato della ricerca, possiamo dire che una spesa crescente da parte dei giovani è sicuramente una buona notizia per le aziende e, più in generale, per l’economia del Paese, per tornare ai livelli pre-covid. Meno gradevole, invece, per la Gen Z e per i Millennials, in quanto può condurre a rischi per il futuro e a mancate opportunità:
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Definendo il proprio obiettivo si ha poi una maggiore propensione a risparmiare mese dopo mese, come abbiamo potuto scoprire nell’articolo. Attivando alcune regole, questo processo viene reso automatico, permettendo anche ai meno attenti di mettere da parte qualche risparmio senza neanche accorgersene e raggiungere nel tempo ottimi risultati.
Nel caso in cui te la fossi persa, abbiamo parlato proprio di questo tema in una puntata di Gimme5 Live, la diretta streaming che puoi seguire tutte le settimane dai canali Youtube, Facebook e LinkedIn, o dal sito di Gimme5.
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