Quali sono le barriere psicologiche al risparmio e come superarle?

Money Tips | 5 min

07 Dic 2021

By redazione Gimme5

Decidere di accantonare parte delle proprie entrate per il futuro può essere una scelta difficile da prendere, in particolare quando si è giovani, i guadagni sono ancora bassi e la voglia di divertirsi è tanta.

Vi sono infatti alcune barriere psicologiche, dette anche bias cognitivi, che ostacolano le scelte di risparmio. Queste possono essere viste come dei pregiudizi cognitivi che allontanano le persone dall’avere dei giudizi razionali. Queste tendenze possono derivare da motivazioni emotive, influenze sociali o scorciatoie nell’elaborazione delle informazioni.

In finanza, i bias frenano le persone dal risparmiare e dall’investire, impedendo così di mettere da parte abbastanza denaro per far fronte a possibili emergenze (ad esempio riduzioni salariali o persino il licenziamento) o alla pensione. Secondo la letteratura finanziaria le barriere psicologiche più comuni in finanza sono:

  • present biased preferences, ovvero, la tendenza a favorire risultati immediati;
  • time-inconsistent preferences, ovvero, il cambiamento delle preferenze col passare del tempo.

Gli strumenti innovativi oggi a disposizione di tutti, sono in grado di aiutare le persone a superare questi scogli psicologici e a risparmiare abbastanza per far fronte alle incertezze del futuro? È questa la domanda che due università americane, la University of Houston e la Georgetown University, hanno voluto indagare attraverso una ricerca in collaborazione con Gimme5 intitolata “Correcting Present Bias in Saving Decisions with FinTech”.

L’approccio dello studio

La ricerca ha preso in considerazione Gimme5 come strumento di risparmio dall’approccio soft, in quanto garantisce la massima flessibilità e libertà nelle scelte di risparmio e investimento, in contrapposizione a strumenti dall’approccio hard che impongono una serie di vincoli. Il salvadanaio digitale viene anche considerato come uno strumento self-designed, ovvero, completamente personalizzabile dall’utente, a differenza di strumenti pre-designed.

Lo studio è stato condotto attraverso un sondaggio completamente anonimo su un campione di 5.000 utenti, composto per l’81% da uomini, con un’età media di 36 anni. L’obiettivo della ricerca è quello di indagare appunto se l’adozione di uno strumento innovativo che utilizza un approccio soft e self-designed, permette alle persone di superare le barriere psicologiche e favorire la costanza verso le scelte di risparmio.

Le principali evidenze

Dalle analisi condotte nello studio emerge che la maggior parte degli obiettivi di risparmio impostati dagli utenti sono di breve-medio periodo (all’incirca un anno) e di importo medio-basso (in media €2.500): all’aumentare dell’orizzonte temporale si nota che aumenta l’importo dell’obiettivo e il rischio del fondo scelto.

Il goal-setting, la definizione di un obiettivo concreto di risparmio, ha poi un effetto diretto sulla propensione al risparmio: questo aumenta del +91% i depositi annui. Il primo mese dopo la creazione dell’obiettivo è quello in cui la propensione al risparmio è maggiore, per poi stabilizzarsi, nel tempo. Un ulteriore scoperta riguarda la percentuale di reddito destinata al risparmio: prima di fissare un obiettivo gli utenti dichiarano che hanno destinato l’1% delle loro entrate al risparmio, in seguito alla creazione di un obiettivo questa percentuale è più che raddoppiata, passando a 2,4%.

La tipologia di obiettivo e la sua specificità – come hobby, viaggio, macchia o casa – non incide sulla propensione al risparmio o il suo raggiungimento, ma l’arco temporale si: minore è il tempo a disposizione, più le persone risultano motivate a risparmiare.

Una delle principali ragioni che favoriscono l’efficacia del goal setting è il monitoraggio dell’obiettivo. In altre parole, gli obiettivi più facili da monitorare, ovvero quelli con un arco temporale più breve e di importo minore, sono anche quelli per cui si risparmia di più e che, infine, vengono raggiunti più frequentemente.

Il Fintech aiuta a superare le barriere psicologiche al risparmio

Basandosi sui risultati ottenuti, i ricercatori affermano che strumenti innovativi con un approccio soft e self-designed come Gimme5, che consente di creare e modificare una la propria personale dinamica di risparmio, favoriscono la propensione delle persone all’accumulo periodico. In particolare, la possibilità di definire obiettivi concreti raddoppia il risparmio degli utenti, senza ridurre l’accantonamento che viene solitamente effettuato attraverso strumenti tradizionali.

Sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia, gli strumenti Fintech possono favorire l’impegno e la costanza nel tempo delle persone. Inoltre, data la grande diffusione degli smartphone, le applicazioni di questo tipo diventano alla portata di tutti, indipendentemente dalla propria disponibilità.

La mission di Gimme5 è proprio quella di democratizzare l’accesso al mondo della finanza e agli investimenti, grazie alla possibilità di risparmiare e investire a partire da 1 euro in modo dinamico e innovativo.

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