27 Mag 2022
By redazione Gimme5
Inflazione e stagflazione sono due termini economici abbastanza simili tra loro e non di immediata comprensione.
Se ne hai già sentito parlare ma non ti chiaro il loro significato, questo articolo fa per te.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Questo termine viene coniato negli anni ’70, dall’unione di due parole: stagnazione e inflazione.
La prima riguarda una situazione in cui l’attività produttiva non cresce.
La seconda, invece, identifica un aumento generalizzato dei prezzi. Se vuoi saperne di più sull’inflazione clicca qui.
La stagflazione si verificò per la prima volta proprio all’inizio degli anni ’70. In questo periodo, infatti, l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) decise per la prima volta di aumentare i prezzi del petrolio, causando lo shock del 1973-74.
Fino a quel momento gli economisti pensavano che l’aumento dei prezzi fosse un “male necessario” per sostenere la crescita economica. La curva di Phillips mostra infatti una relazione positiva tra l’aumento dei salari, quello dei prezzi, il livello di produzione e di occupazione.
In uno scenario standard, la crescita della domanda provoca un aumento della produzione, seguito a sua volta da un rialzo dei prezzi e, quindi, dall’inflazione. Questa, entro certi limiti, non è un fattore negativo. Infatti, se l’economia nel suo complesso cresce, cresce anche il potere d’acquisto delle famiglie.
Al contrario, la stagflazione identifica una situazione economica debole, in qui il mercato affronta un calo della produzione, affiancato, però, da un aumento dei prezzi.
Negli anni ’70, ad esempio, l’aumento dei prezzi del petrolio causò una caduta della domanda. Questa, a sua volta, ebbe effetti negativi sulla crescita economica. Il rialzo dei prezzi dal petrolio si diffuse a quello delle materie prime, per poi ribaltarsi sui prezzi per i consumatori: l’inflazione. I Paesi importatori di petrolio registrarono così un periodo di simultanea inflazione e recessione.
La stagflazione si può verificare principalmente per due ragioni:
Come nei momenti in cui si verificano livelli record di inflazione, anche in un contesto di stagflazione il nostro denaro è messo a dura prova.
In un periodo in cui i prezzi salgono a dismisura, il nostro potere d’acquisto decresce. In altre parole, il valore reale del denaro viene eroso poco alla volta.
Questo fenomeno è aggravato dal fatto che l’economia non cresce, pertanto i salari non aumentano o peggio, si sviluppa la disoccupazione.
Un modo per difendere i risparmi è quello di metterli in moto. Se da una parte l’investimento non offre risultati certi, dall’altra l’inflazione rappresenta una perdita indiscutibile. Inoltre, nel lungo periodo i mercati finanziari tendono sempre a crescere.
In questo caso è fondamentale assicurarsi di diversificare i propri investimenti. I fondi comuni, ad esempio, sono strumenti che garantiscono alti livelli di diversificazione, in quanto contengono centinaia di titoli.
Grazie a nuovi strumenti, oggi vi si può accedere anche da piccole somme: con il salvadanaio digitale Gimme5 basta 1 euro.
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