21 Feb 2024
By redazione Gimme5
Nel tessuto industriale italiano, poche storie sono così intrecciate con lo sviluppo economico e culturale del Paese quanto quella della Fiat e delle famiglie imprenditoriali Agnelli-Elkann.
Una storia che è intrinsecamente legata allo sviluppo della società, esempio di come dinamiche familiari e decisioni aziendali possano intrecciarsi nel corso delle generazioni.
Fondazione, ascesa, crisi e rinascita: la narrazione di un’azienda che ha superato due guerre mondiali, periodi di forte recessione e momenti di brillante innovazione, sempre sotto la guida di una famiglia che ha saputo reinventarsi.
Gli Agnelli sono una famiglia originaria della provincia di Cuneo, il cui successo imprenditoriale risale a Giuseppe Francesco Agnelli (1789-1865) che si affermò come principale banchiere di Torino, oltre che al commercio di sete e altri prodotti. Gli ingenti profitti permisero a Giuseppe di avviare attività immobiliari e fondiarie.
Il suo ultimo figlio, Edoardo (1831-1871) fu il padre di Giovanni Agnelli, tra i fondatori di Fiat.
La famiglia Agnelli entra nella storia nel 1899 quando Giovanni Agnelli, insieme ad altri soci, fonda la Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino.
In breve ne assunse il ruolo di presidente e amministratore delegato e l’azienda si distinse fin dalle origini per l’innovazione tecnologica e per una produzione che ben presto supera i confini nazionali.
Sotto la guida di Giovanni Agnelli, la Fiat diventa un simbolo dell’industrializzazione italiana, affermandosi nel settore automobilistico ed espandendosi in settori chiave come quello aeronautico, ferroviario, della navigazione e, successivamente, dei media.
Con la Prima Guerra Mondiale, infatti, grazie agli accordi con l’Esercito, Fiat divenne il terzo gruppo economico italiano. Nel 1920, poi, acquisì il 20% del quotidiano La Stampa.
Nel 1937 inizia la costruzione dello stabilimento di Mirafiori, inaugurato due anni dopo, e ancora oggi simbolo del successo della società.
La sua eredità venne poi portata avanti dal figlio, Edoardo.
A seguito di alcune controversie sorte nel corso della Seconda Guerra Mondiale legate al regime fascista, nel dopoguerra la guida della Fiat viene passa a Gianni Agnelli, nipote del fondatore.
Soprannominato “L’Avvocato”, Gianni Agnelli guida l’azienda attraverso il boom economico del dopoguerra, diventando un’icona dello stile e del successo industriale italiano.
Fiat consolida il suo ruolo come colosso internazionale, ma non solo: l’influenza della famiglia Agnelli si estende in vari settori, tra cui le finanze, i media – con partecipazione ne Il Corriere della Sera e Rizzoli – e il calcio, con la Juventus. Gianni Agnelli diventa uno dei più potenti uomini d’Italia.
In questo periodo la Fiat conosce una nuova era di espansione e innovazione con modelli come la Fiat 500 che diventano icone di un’Italia in pieno boom economico: tra il ’59 e il ’68 la produzione passa da 425.000 a 1.751.400 di vetture.
L’azienda cresce anche all’estero, diventando un gruppo internazionale: nascono nuovi stabilimenti in Sudafrica, Turchia e Jugoslavia, Argentina e Messico.
Nel ’69 vengono acquisite Lancia e Ferrari e la produzione si diversifica.
Gli anni ’70 e ’80 sono segnati da crisi petrolifere, sfide competitive e tensioni sindacali nel cosiddetto autunno caldo, con rivendicazioni salariali e scioperi che paralizzano l’attività produttiva: 70.000 operai vengono messi in cassa integrazione e 400.000 vetture rimangono ferme nei piazzali di Mirafiori e Rivalta.
La Fiat attraversa periodi difficili e, complice la diminuzione delle vendite, non riesce più ad autofinanziarsi: apre agli investitori esterni quali Lybian Arab Foreign Investment Company e General Motors.
Tuttavia, le innovazioni nel campo dell’automazione industriale che puntano a una produzione più sostenibile permettono alla società di reinventarsi e rilanciarsi.
A inizio anni ’70 viene acquisita Abarth mentre nel 1986 entra nel gruppo anche Alfa Romeo e nel ’93 è il turno di Maserati.
Dopo la morte di Gianni Agnelli nel 2003, la guida dell’impero familiare passa a John Elkann, figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann.
John, preparato fin dalla giovinezza alla leadership, assume il ruolo con la visione di modernizzare l’azienda e adattarla alle nuove sfide del mercato globale.
Si deve a lui, infatti, l’arrivo di Sergio Marchionne alla guida del gruppo nel 2004 che culminata con l’acquisizione di Chrysler e la nascita, nel 2014, di FCA – Fiat Chrysler Automobiles – che viene quotata alla Borsa di New York e diventa la settimana casa automobilistica a livello mondiale.
In questa nuova fase viene anche creata la holding Exor, società d’investimento della famiglia Agnelli che nel 2015 figura al 19° posto tra le imprese più ricche del mondo e che, l’anno successivo, sposta sede legale in Olanda.
Più di recente FCA si fonde con PSA, gruppo francese, in Stellantis che diventa un gigante globale dell’auto, non senza sollevare dibattiti sia all’interno della famiglia sia tra gli azionisti: nel 2022 è il 29° gruppo al mondo per fatturato.
Nell’ultimo decennio la successione e la gestione dell’eredità di Gianni Agnelli hanno suscitato non poche controversie legate alla distribuzione del patrimonio tra i membri della famiglia che hanno condotto anche a diverse battaglie legali.
La gestione dell’impero familiare è infatti passata nelle mani di John Elkann, nipote di Gianni e figura di spicco della nuova generazione.
La figura di Lapo Elkann, fratello di John e personaggio noto per il suo stile di vita eclatante e per alcune vicende personali molto mediatizzate, aggiunge ulteriore complessità alla narrazione familiare.
Inoltre, con la morte di Marella Caracciolo nel 2019, la figlia Margherita Agnelli che aveva già avuto disaccordi pubblici riguardo alla gestione dell’eredità del padre, in particolare sospettando che vi fosse beni famigliari nascosti, torna sul piede di guerra con i figli Elkan. Si riapre una partita ereditaria in tribunale, evidenziando le tensioni interne su questioni finanziarie e di governance.
Nonostante le controversie, la famiglia Agnelli-Elkann continua a rappresentare un pilastro dell’industria italiana e globale. La sfida attuale è quella di navigare nella transizione verso l’automobile elettrica e sostenibile, mantenendo la propria posizione di leader in un settore in rapida evoluzione. La capacità di questa famiglia di adattarsi e innovare sarà cruciale per il suo futuro successo e per quello delle sue aziende.
In conclusione, la storia delle famiglie Agnelli-Elkann è la storia di un’Italia che cambia, di un’industria che si evolve e di una famiglia che, nonostante le sfide e le controversie, ha saputo mantenere un ruolo di primo piano nell’economia globale.
Una storia di crescita segnata da capacità di leadership, scelte imprenditoriali audaci e una serie di sfide interne: un esempio emblematico di come le dinamiche familiari possano influenzare, nel bene e nel male, la traiettoria di un’azienda di fama mondiale.
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