08 Feb 2023
By redazione Gimme5
Hai mai sentito parlare della storia di John Law? Sebbene sia ambientata trecento anni fa è più attuale di quanto tu possa pensare.
John Law nasce a Edimburgo nel 1671 da un ricco orafo. A 21 anni, sostenuto dall’eredità del padre, decide di trasferirsi a Londra dove si dedica alle carte e al gioco d’azzardo.
Tuttavia, nel 1694 uccide in duello un damerino londinese, tale Edward Wilson, rampollo di una potente famiglia vicina alla Corona. Viene quindi arrestato e condannato a morte, ma la fortuna è dalla sua. Grazie alle amicizie influenti, John riesce a evadere di prigione e a scappare il più lontano possibile: Amsterdam, Torino, Vienna, Genova, Venezia e infine Parigi, nel 1697, quando ha 26 anni.
Vent’anni dopo, nella capitale francese, il suo sarebbe stato il nome stesso della speranza, ma 3 anni più tardi, quello stesso nome scozzese, John Law, sarebbe diventato il nome della disperazione. Che cosa accadde nel mezzo?
Una vita vissuta tra gioco d’azzardo e intuizioni geniali di economia monetaria: una cosa bizzarra soltanto per chi non conosce quel volgere d’anni a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, anni di violenza e di declino, di fortissimi contrasti, tra cui quello di una società di impianto ancora feudale e una realtà produttiva in rapida trasformazione, che chiedeva libertà dei mercati e nuove idee per farli funzionare.
Tra queste idee si sviluppò quella secondo cui la moneta non fosse qualcosa di neutrale bensì un elemento di facilitazione degli scambi e di sviluppo economico, ovvero che in un’economia monetaria (e quindi non di baratto) l’aumento della quantità di moneta a disposizione è in grado di incrementare le attività e la crescita economica.
Negli anni giovanili di Law la moneta circolava in misura ridotta e per di più era di diverso peso e reputazione, in base alla quantità di metallo prezioso in essa contenuto.
Nel pensiero di Law, tuttavia, l’ancoraggio del valore monetario alla quantità di metallo prezioso contenuto nella moneta era un grosso limite, perché non garantiva la circolazione di una quantità di denaro realmente sufficiente a soddisfare il pieno sviluppo dell’economia.
La sua idea era quella di creare una moneta fiduciaria che prendesse la forma di una banconota svincolata dall’equivalente di metallo prezioso (oro o argento), ma grazie alla fiducia dell’emittente, potesse essere stampata con il meccanismo della riserva frazionaria. In altre parole, con la garanzia del valore dei terreni o di altri beni reali, per ogni moneta d’oro messa da parte dallo Stato, era possibile stampare banconote.
John girò dunque a presentare la sua idea alle corti europee, ma nessuno lo ascoltò, se non, nel 1713, Filippo II duca d’Orléans, amico conosciuto anni prima in una sala da gioco.
Grazie a questo aggancio, nel 1716 lo scozzese fonda la Banque Générale, una banca commerciale privata che forniva servizi bancari, ottenendo anche il diritto di emettere biglietti bancari in base al valore della terra.
Tuttavia, invece di usare le disponibilità dei territori francesi, Filippo d’Orleans volle legare le banconote alle future scoperte minerarie in America. L’anno seguente Law istituì la Compagnia delle Indie Occidentali.
Come abbiamo detto, secondo Law gli scambi andavano stimolati attraverso l’offerta di moneta perché i metalli preziosi, con la loro scarsità, ostacolavano le attività commerciali. Ecco, quindi, che la moneta fiduciaria, sotto forma di biglietti di carta, serviva a stimolare le attività economiche. Queste misure saranno note come Sistema di Law o Sistema del Mississippi.
Tutto andava liscio fino a che, per risolvere il problema del galoppante debito pubblico francese, l’incremento della massa monetaria fu collegato all’acquisto di azioni della Compagnia delle Indie Occidentali, che John si affrettò a vendere.
Il valore delle azioni crebbe fino a trenta volte il capitale investito: si era nel pieno di una gigantesca bolla, e come tutte le bolle era destinata a scoppiare.
Il valore di queste azioni era infatti legato allo sfruttamento del Mississippi e dell’Illinois, ma tuttavia le scoperte si rivelarono del tutto insoddisfacenti.
Questo sistema fraudolento con al centro la Compagnia delle Indie Orientali e la Banque Général, improvvisamente si inceppò: la nazione si accorse di questo scarto e furono messe in atto una serie di svalutazioni, fino a quella del 15 settembre 1720.
Venne stabilito che le banconote ad alto valore facciale avrebbero perso corso legale, che per qualsiasi pagamento si esigeva almeno la metà in metallo, che i depositi custoditi nei conti bancari fossero ridotti d’autorità a un quarto del loro valore e che il valore delle azioni della compagnia fosse fissato a una certa cifra.
Si verificò una bancarotta simile a quella della crisi dei tulipani di un secolo prima.
L’opinione pubblica attribuì questi provvedimenti a Law che, il 20 dicembre dello stesso anno, fu costretto a lasciare la Francia e a peregrinare per le corti d’Europa. Morì a 59 anni, a Venezia, in povertà.
La sua ultima professione fu spia del governo inglese.
Le idee avveniristiche di John sfatarono un tabù millenario che vedeva nel denaro metallico l’unica forma di circolazione della ricchezza.
A seguito della Rivoluzione francese furono emessi milioni e milioni di banconote che rivoluzionarono il sistema economico e finanziario.
Ancora oggi circolano in tutto il mondo quei pezzi di carta colorata immaginati da Law, in attesa della prossima rivoluzione…digitale?
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