21 Set 2022
By redazione Gimme5
La moda è anche geografia. La cultura e la storia di un luogo influenza i designer e lo stesso fa la moda con le città dove è più presente.
Parigi, Milano, New York e Londra, conosciute come “The Big Four”, le quattro capitali della moda, solo le città più influenti del settore grazie alla presenza delle principali case di moda e le stagionali Fashion Week.
Ad oggi la moda è tra le principali industrie del mondo. Prima del Covid il giro d’affari era stimato a $1.71 bilioni (Euromonitor). A causa della pandemia il settore ha subito una stretta del -20% nel periodo 2019-20. Nonostante ciò, si stima una crescita del +7,5% del periodo 2021-22 ($1.84) e del +6,1% per il periodo 2022-23 ($1.95).
In Europa sono 1.3 milioni di persone occupate nell’industria della moda, da 143.000 aziende (Euratex).
A marzo 2022 i gruppi con la maggiore capitalizzazione di mercato – il valore totale delle sue azioni sul mercato – erano (Statista):
Se si prende in esame il valore del brand al 2021 (Brand Finance Apparel 50 2021 report) troviamo:
Considerando invece i brand più influenti e di tendenza nel 2022 (Lyst Index) troviamo:
La capitale della moda più antica è di certo Parigi, la quale si è presa lo scettro a partire da Luigi XIV e Maria Antonietta, devoti alla moda. Nel ‘20 secolo, il ruolo della città francese diventa ancora più predominante grazie a nomi come Coco Chanel, Yves Saint Laurent, Christian Dior e tanti altri couturier.
Londra conquista un ruolo nel mondo della moda a partire dall’era elisabettiana, consolidata poi con le conquiste dell’impero britannico in innumerevoli paesi di tutto il mondo.
La grande mela emerge a partire del 1943 quando viene organizzata la prima Fashion Week mondiale, un’occasione per i designer di mostrare le proprie creazioni all’industria.
Venendo al nostro Paese, la moda italiana raggiunge il suo picco nel Rinascimento grazie a città come Firenze, Roma e Milano, consolidate negli anni ’50 e poi negli anni ’80, periodo quando Milano supera tutte le altre capitali mondiali.
Negli anni le capitali si sono alternanze per importanza, nuovi trend e designer che hanno fatto la fortuna di una fashion week rispetto all’altra.
In linea generale Parigi è la città che offre il programma più ricco, con nove giornate e una dozzina di show quotidiani: dai grandi brand del lusso ai creativi emergenti di tutto il mondo.
Milano è famosa per la sua offerta commerciale, grazie al forte equilibrio tra creatività e industria. La Milan Fashion Week è nota in tutto il mondo per presentare tutto il meglio del Made in Italy.
New York si concentra su una moda molto più industriale che creativa. È un luogo imprescindibile per affermarsi sul suolo americano e una delle mete più ambite, per giro di denaro e eventi più cool.
Londra ha acquistato importanza negli anni grazie a giovani talentuosi nati dalle tante prestigiose scuole di moda. L’eccessiva creatività rende però le proposte poco commerciali.
È difficile dire con certezza quale sia la vera gerarchia delle Big Four, in quanto sono tanti gli studi che prendono in considerazione fattori diversi tra loro.
Prendendo come riferimento il Global Fashion & Luxury Industry Cities IPX (Index) che confronta performance, prestigio e influenze di brand, media e agenzie che hanno sede nelle quattro città. Secondo l’IFDAQ nel 2021 New York è la capitale mondiale della moda e del lusso (index value 129.42), seguita da Parigi (127.87), Milano (100.91) e Londra (82.80).
Spostandosi dal focus sulle singole città all’interno Paese, possiamo notare che la moda è un settore strategico per l’intera nazione di riferimento. Considerando i ricavi generati dal settore:
Il “Brands Countries IPX (Index) by IFDAQ rappresenta l’importanza di un Paese nell’industria della moda globale, in base al valore di mercato, influenza, prestigio, attività di marketing e performance. Nella classifica 2021, in prima posizione troviamo la Francia, seguita dall’Italia, U.S.A e U.K:
L’industria italiana del tessile e dell’abbigliamento conta 43.000 aziende e dà lavoro a ben 370.800 addetti.
Nel 2021, il settore ha registrato un giro d’affari di €52.9 miliardi, con una crescita del +18,4% rispetto al 2020. L’export è cresciuto del +18%, raggiungendo i €32,4 miliardi.
Per quanto riguarda il 1° semestre 2022 il settore moda italiano segna il suo record per fatturato degli ultimi 20 anni con una crescita del +25%. Sul fronte dell’export, nei primi 5 mesi è cresciuto sensibilmente (+21.9% per la moda. +30,2% nei settori collegati). I mercati degli USA e della Corea del Sud sono stati i più dinamici. È stato invece forte il rallentamento verso la Cina e un crollo verso la Russia (-26% nella moda, -68% nei gioielli, -23% per la bigiotteria e -56% negli occhiali).
Secondo IFDAQ Global Cities Consumer IPX (Index) l’attuale gerarchia tra le capitali della moda non durerà a lungo.
L’indice prende in considerazione quattro fattori: l’economia in generale, la performance economica del settore moda, l’influenza del settore e capitalizzazione di mercato. Sono fattori che prendono in considerazione le infrastrutture del Paese e il suo PIL, la presenza di brand, la ricchezza, la forza creativa e di consumo.
Secondo la ricerca, nel 2025 Parigi supererà New York per importanza e Londra farà lo stesso con Milano.
L’importanza di Parigi è data fondamentalmente dalla presenza di enormi conglomerati quali LVMH e Kering. Solo nel 2019 le 10 aziende più importanti del mondo, controllate dai due conglomerati, sono state responsabili del 51% delle vendite di tutte le 100 aziende di punta.
Il declassamento di Milano a quarta capitale è dovuto a varie ragioni: mentre Londra sta risentendo solo temporaneamente della Brexit, l’economia Italia è costantemente più debole, riducendo così l’attrattività dei brand. Inoltre, l’industria della moda italiana è suddivisa in varie città come Roma, Firenze e Venezia piuttosto che concentrata in un unico centro come in Inghilterra e Francia.
Nel caso in cui te la fossi persa, abbiamo parlato proprio dell’industria della Moda in una puntata di Gimme5 Room:
Se non vedi il video, clicca qui.
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